Autonomia Veneto: 8 anni dal referendum

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Sono passati ormai otto anni da quel 22 ottobre 2017, quando più di due milioni di veneti scelsero di recarsi alle urne per affermare, con chiarezza e dignità, la volontà di un’autonomia vera. Non un gesto di separazione, ma un atto, costituzionalmente previsto, verso l’Italia e verso il proprio territorio.

Quel voto non chiedeva privilegi, ma responsabilità.
Non divisione, ma efficienza.
Non contrapposizione allo Stato, ma una nuova alleanza fondata sul buon governo, sulla capacità di gestire meglio le risorse e di avvicinare le decisioni ai cittadini.

Oggi, nel 2025, quella spinta ideale e civile deve tornare attuale e concreta.

L’autonomia non è una bandiera da sventolare, è un progetto da realizzare. È la chiave per un’Italia che funzioni meglio, che premi chi sa amministrare, che riduca sprechi e burocrazia, che dia più libertà dove serve meno Stato e più presenza dove serve davvero: nella sicurezza, nelle infrastrutture, nella giustizia sociale.

Serve che il Governo ascolti il Veneto, ma anche che ascolti tutti quei territori che chiedono di essere messi in condizione di fare di più e meglio. È questa la vera riforma liberale dello Stato: responsabilità, merito, efficienza.

Il Veneto, con la sua storia e la sua capacità produttiva, non chiede favori: chiede semplicemente di poter governare con la stessa serietà con cui contribuisce ogni giorno alla crescita del Paese. L’Italia sarà più forte solo se sarà più giusta. E sarà più giusta se saprà riconoscere il valore dell’autonomia come principio di responsabilità e di efficienza, non come privilegio ma come opportunità per tutti.

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