C’era una volta un muro, quello di cinta del cimitero, diventato, nel tempo, il simbolo di un’inciviltà che feriva non solo gli occhi, ma anche l’anima della comunità: scritte ingiuriose, frasi d’amore sbiadite, insulti, scarabocchi, rabbia. Tutto lì, impresso sul muro che custodisce la memoria dei nostri cari.E poi, un giorno, 10 anni fa — era il 24 ottobre 2015 — con un gruppo di amici si decise che quel muro non poteva più restare così. Stanchi di aspettare che “qualcun altro” facesse, decidemmo che quel qualcuno saremmo stati noi.
E così, in una mattina d’autunno, il “muro della vergogna” divenne il muro della “rinascita”. Oggi, 24 ottobre 2025, dieci anni dopo, quel muro è ancora lì: bianco, immacolato, dignitoso. (Alla faccia di coloro che dicevano che il giorno dopo sarebbe tornato come prima, oppure che doveva farlo il Comune e non i cittadini, ecc…).Quel gesto di allora ha raccontato una verità semplice: magari i giovani hanno più bisogno di esempi che di rimproveri. E forse, chissà, qualcuno passando accanto a quel muro si ferma ancora un momento, guarda quel candore e pensa:“Ecco, questo lo hanno fatto loro“.”Questo, lo abbiamo fatto noi.”