Unità di centro è atto di responsabilità, e poi alleanza di centro-destra.

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A volte il servitore è peggio del padrone. Non c’è dubbio che quando, ogni volta in Italia, il Parlamento viene privato del proprio governo, anche se temporaneamente, all’interno della stessa legislatura è sempre un sacrificio che gli italiani devono affrontare in termini di immobilismo e discontinuità: programmi elettorali, coalizioni politiche, leader a cui dare la fiducia… ecc…

Ricordiamo che questo sacrificio gli italiani lo hanno già fatto tre volte in questa legislatura: prima con il Conte 1 sostenuto da Movimento 5 Stelle e Lega, Governo durato solo 14 mesi, poi il Conte 2 sostenuto da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico.

E fino a ieri il Movimento 5 Stelle governava con quasi tutte le forze politiche nel terzo governo di questa stessa legislatura, quello di Draghi.

Forze politiche che comunque non sono più quelle di 4 anni fa (basta vedere il PD e la scissione Renzi e Calenda, o la diaspora del  Movimento 5 Stelle tra Conte, Grillo, Di Maio e Di Battista) e con una pletora di parlamentari che, nel frattempo, hanno cambiato casacca.

Abbiamo informazioni incomplete sul disegno politico della cosa, e forse anche a Roma non hanno le idee chiare, ma tanto gli Italiani si abituano presto, vedi le timide rimostranze iniziali sul caro carburante o le poche proteste fatte contro il caro bolletta. Ma anche lo scandalo Palamara, sul sistema giudiziario, non ha fatto presa nel cuore degli italiani…. eppure ci lamentiamo che la giustizia non funziona e costa in termini economici a cittadini e impresa. Può essere che sia l’estate che distrae perchè comunque c’è il “piano vacanze” da fare, la spiaggia, la montagna, il mare e le terme….. e ci risveglieremo tutti con l’arrivo dell’autunno e con un inflazione galoppante.

Il mercato della politica, come quello delle vacche, non ha una ricetta sicura e definita, ma comunque è evidente che la Sinistra è sempre meno sinistra, meno operaia e più borghese; una Destra sempre meno tradizionalista e sempre più populista; e il Centro “che non c’è”, o meglio c’è anche troppo con tutte quelle componenti divise, quella parcelizzazione di gruppi parlamentari e di partiti, con tutti quei leader “da prefisso telefonico”…. quasi da comitati elettorali.

Oggi, più che mai, serve una ricomposizione politica dell’area di Centro, di moderati sul modello democristiano, liberale e sociale, una ricomposizione sul fronte dei valori economico-culturali, europeisti e laici, ma legati alla persona, alla famiglia e alla vita. Lo spazio è evidente c’è! Basta riempirlo!!!