Intervento del 25 Aprile: Festa della Liberazione – Cavanella D’Adige

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Carissimi concittadini e carissime concittadine,

dopo 2 anni, in cui abbiamo subito delle restrizioni alla libertà, a causa delle conseguenze della pandemia sanitaria del Covid, siamo tornati a poter rendere omaggio, in maniera completa, a quanti con la loro esperienza umana, esperienza partigiana ed esperienza cristiana, hanno portato avanti un impegno aperto, civile, collaborativo alla difesa e alla costruzione della democrazia e della libertà.

Permettetemi di salutare l’A.n.p.i., l’Assoarma e tutte le associazioni combattentistiche che rendono testimonianza e tengono vivi i valori della Resistenza e anche tutte le forze politiche della nostra democrazia, perché le conquiste politico-sociali, di diritto, opinione, voto e di associazione trovano le proprie radici proprio in questa data del 25 aprile, sempre meno simbolica e molto più concreta, anche perché se la pluralità è sintomo di democrazia, l’amicizia è frutto di rapporti sinceri.

E, oggi, questa 77° celebrazione ha un significato maggiore, perché, dopo due anni, abbiamo il privilegio di assaporare il fresco profumo della libertà, e facendo memoria dei nostri concittadini protagonisti della Resistenza, dopo 77 anni, di godere ancora della concretezza e della bellezza della libertà in cui viviamo.

Voglio che portiamo anche un sentimento di solidarietà e affetto a tutti quei cittadini, meno fortunati, nel mondo, che oggi non godono di questa libertà, a chi oggi soffre la dittatura e a chi ha i propri territori in guerra.

Il 25 Aprile, è la Festa della Liberazione dell’Italia dalla dittatura e dai totalitarismi nazifascisti, è festa di liberazione dalla guerra, è la festa di tutti: quelle immorali e malsane idee di potenza, di superiorità etnica, di sopraffazione di un popolo contro l’altro, all’origine della seconda guerra mondiale, lasciano oggi il posto a quell’idea di cooperazione, solidarietà, pace e libertà che si chiama Comunità Europea, l’idea di un Europa unita.

         Concludo, questa mia allocuzione rendendo omaggio al Cippo a commemorazione dell’efferato eccidio della famiglia Baldin e Narciso Mantovan di cui la cittadinanza ne ricorda il sacrificio, e di cui i famigliari, ai quali va tutto il nostro affetto, possono essere orgogliosi di questa preziosa eredità a beneficio di tutti.