Allevamenti di Cozze a Mare: Covid, burocrazia e necessità di informazioni e contributi. Ipotesi di soluzioni.

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Gli addetti del mondo dell’allevamento di cozze a mare, ogni anno, ai sensi della normativa europea, sono soggetti a controlli settimanali da parte dell’Asl veterinarie ai fini della prevenzione e contrasto di presenza di biotossine marine biosolubili – acido okadaico (dovute dalle alghe).

A fronte di una riunione con addetti ai lavori è emerso che la lentezza burocratica dell’ASL 3 “Serenissima”, dopo il periodo di pandemia sanitaria e di Lockdown che ha visto alterare la rotazione di raccolta dei vari ambiti presenti nel mare Adriatico, si è fatta sentire creando molti problemi alle ditte, in particolare di Chioggia e Pellestrina, che contano numerose decine di famiglie e un interessante indotto.

Infatti, la lunga attesa dei referti e dei nullaosta, da parte degli uffici veterinari, spesso è favorevole ma vi è l’impossibilità fattiva di commercializzare il prodotto finchè non viene prodotta documentazione dagli uffici preposti e questo comporta che nelle more dell’attesa la ditta non vuole rischiare di raccogliere e commercializzare per non essere richiamati al ritiro del prodotto con ingenti spese, nel caso non favorevole: spesso e volentieri le ditte hanno la necessità di raccolta del prodotto per non vederlo collassare e diventare non commerciabile ma finchè non arrivano i referti veterinari vi è la misura aleatoria di rimetterci.

La domanda posta dagli addetti ai lavori riguarda i due pesi e le due misure degli stessi uffici veterinari dell’ASL “Serenissima” che per l’ambito 002 (ufficio di Chioggia che ha competenza per le aree a Sud di Chioggia fino ad Albarella) riescono a dare risposte più celeri, mentre per l’ambito 003 (Ufficio di Mestre con competenza per le aree di Chioggia e Pellestrina) l’iter è molto più lento.

Se l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezia, istituto unico a cui si appoggia l’Ufficio di Mestre del servizio veterinario per le cozze raccolte nell’ambito 003, non riesce a dare risposte celeri come gli altri istituti (es. quello di Cesenatico o altri) forse è il caso di cambiare istituto o cambiare sistema di lavoro.

La seconda domanda riguarda i numeri di campionature che in Veneto sono di gran lunga superiori alle altre regioni dell’Adriatico quando le regole dovrebbero essere coerenti per tutto il territorio nazionale.

La Regione Veneto deve intervenire anche per aiutare il comparto degli allevamenti di cozze a mare visto il calo di fatturato che equivale a circa un 30% in meno dell’anno precedente, prevedendo contributi a contrasto del periodo di crisi, uniformare la frequenza dei controlli e delle campionature in linea con le altre regioni dell’Adriatico e sburocratizzare per ridurre i tempi di risposta per permettere alle ditte di poter lavorare: questa la sintesi dell’incontro avvenuto con gli addetti ai lavori e le ipotesi di soluzione che sono percorribili.

Chioggia, 18 Agosto 2020